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Lo spreco alimentare, un’emergenza che coinvolge tutti

Quanto cibo sprechiamo ogni giorno? Una quantità enorme; solo in Italia ogni famiglia butta via in media più di 7 euro alla settimana di cibo, spesso ancora commestibile. E la cifra diventa da capogiro se pensiamo al costo annuale: circa 8,7 miliardi di euro “gettati” nella spazzatura, mentre potrebbero essere utilizzati per aiutare tutte quelle persone che, anche a causa della recente crisi economica, hanno visto diminuire la qualità della loro vita.

Quando si parla di spreco alimentare, molti pensano a un problema di poco conto, senza gravi conseguenze. Niente di più falso! Lo spreco alimentare è una delle maggiori emergenze che coinvolgono la nostra società e genera costi enormi, legati non solo allo smaltimento dei rifiuti ma anche allo spreco di energia utilizzata per la produzione, la distribuzione e lo smaltimento degli alimenti – circa il 3% del consumo totale del nostro Paese! Contrastare questo enorme spreco è una sfida che può essere vinta solo se affrontata da tutti: governi, gruppi industriali, commercianti, cittadini.

I cibi “sprecati”. Il primato dei cibi che finiscono nella spazzatura appartiene a frutta e verdura, seguiti da pane, formaggi e latte. Tra quelli cotti, il più “gettato” è invece la pasta. Le motivazioni dello spreco sono varie; in particolare, legate alla scadenza o alla cattiva conservazione, ma anche a errori di quantità nel fare la spesa o nel cucinare. Dai dati raccolti nel Rapporto Waste Watcher 2013, appare anche evidente il rapporto tra lo spreco alimentare e lo stile di vita delle persone. Chi ha una vita molto attiva è a rischio maggiore di generare spreco, come chi usualmente porta a casa grandi quantità di spesa e, di solito, chi appartiene a fasce di reddito medio-alte. Di contro, si registra un minore spreco nelle fasce di reddito più basse e con l’aumentare dell’età dei consumatori.

Filiera sprecona. L’emergenza riguarda anche la filiera agro-alimentare, dalla produzione alla trasformazione del prodotto, fino alla sua distribuzione. Secondo i dati Last Minute Market (2012), il 2,47% della produzione agricola non viene raccolta; ma gli sprechi continuano anche nei passaggi successivi, fino a quell’1/1,2% di prodotti di ortofrutta all’interno dei grandi centri agroalimentari che ogni anno diviene un rifiuto.

Questione di informazione. Lo strumento per combattere questa emergenza è sensibilizzare i cittadini e tutti coloro che partecipano alla filiera produttiva. Anche se, grazie anche alla forte crisi economica mondiale, si è registrata negli ultimi anni una maggiore attenzione agli sprechi in generale, tra cui quelli alimentari; una sempre più alta percentuale di italiani dichiara infatti di essere a conoscenza del problema e di gettare sempre meno alimenti.

 

Chi sono?

Waste Watcher è l’Osservatorio sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane, prodotto da Last Minute Market, e ha l’obiettivo di realizzare studi e ricerche sulle abitudini, i comportamenti e gli stili di vita legati agli sprechi delle famiglie italiane. www.wastewatcher.it.

Last Minute Market è una società spin-off dell’Università degli Studi di Bologna che opera su tutto il territorio nazionale sviluppando progetti per recuperare beni invenduti o non commercializzabili a favore di enti caritativi. www.lastminutemarket.it.

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