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Da zero a sedici km: perché mangiare locale può cambiarci la vita

Provare, per un mese, a mangiare solo cibo prodotto accanto a casa (o meglio, a 10 miglia, circa 16 chilometri). Sembra un esperimento divertente – e in qualche modo lo è – ma è anche molto di più: è un piccolo gesto che può dare il via a un cambiamento di abitudini, di pensiero, a un nuovo modo di vivere ed entrare in relazione con tutto ciò che ti circonda.
A sperimentarlo è stata una scrittrice americana, Vicky Robin, che ne ha parlato in un blog, poi diventato un libro e un decalogo con otto “regole”. In cui si parla di cibo, ma anche di benessere, vita di relazione, politica: infatti, se è vero che ogni nostro gesto e ogni nostra scelta hanno echi e conseguenze, le nostre scelte alimentari sono forse quelle che più pesano sugli altri.

10-mile diet
Piccole scelte per nutrire il pianeta
Quando si parla di cibo non esistono scelte “neutre”. Comprare al supermercato o al mercato contadino, acquistare un prodotto biologico o no, mangiare carne o legumi: le conseguenze sono tante, e a lungo termine: si tratta di nutrire il pianeta, che ha una popolazione in costante crescita e risorse limitate, e aiutarlo a sopravvivere. È il tema di Expo 2015, e un tema su cui occorre riflettere; e le regole della lista di Vicky Robin possono essere un punto di partenza.
Come ogni lista, anche questa è incompleta, soggettiva, allungabile e modificabile in infiniti modi. Come ogni regola, le regole che propone sono da adattare alle nostre esigenze. Come per ogni teoria, si può trarne ispirazione, individuarne le debolezze o ricrearla ex novo.
Buona lettura!
 
Otto regole, molte idee

  1. Compriamo il più possibile direttamente dal produttore;
  2. “Food is love”: nonostante gli impegni e la fretta, cerchiamo di mangiare lentamente, assaporando il cibo in compagnia, oltre a cucinare per gli altri quando possiamo.
  3. Acquistiamo consapevolezza: non siamo solo acquirenti di fronte agli scaffali del supermercato, ma siamo parte del sistema alimentare con ogni nostra azione.
  4. Manteniamoci informati su leggi, abitudini e tutto quello che fa parte del sistema alimentare. Food is political!
  5. Con le nostre scelte, cerchiamo di spingere il sistema nella giusta direzione. Anche se non vedremo mai le conseguenze a livello globale delle nostre scelte alimentari, favoriamo l’agricoltura locale e sostenibile, senza perdere mai di vista un principio: “Cibo per tutti”.
  6. Il cibo è caricato di valenze emozionali, paure e desideri. Sovrappeso, sottopeso, taglia, disturbi alimentari…  Cerchiamo di essere solidi, non influenzabili dal giudizio degli altri (e di noi stessi).
  7. Godiamo del sensuale, delizioso atto di mangiare, gustando consapevolmente ogni boccone.
  8. Continuiamo a parlare, scrivere, pensare al cibo. Avere una relazione più stretta con ciò che mangiamo può migliorare la nostra salute e il nostro peso, ma anche favorire la sostenibilità e aiutare a rendere il mondo più giusto.

Per approfondire: Il blog di Vicky Robin

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