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La biodiversità alimentare: un patrimonio da proteggere

La cultura gastronomica italiana è tra le più ricche e antiche al mondo: territori, tradizioni e climi diversi hanno dato al nostro Paese un’infinità di prodotti alimentari. Basti pensare al pomodoro: pare che ne esistano, solo in Italia, circa 500 varietà diverse, dalle forme e dai nomi più vari, come cuore di bue, palla di fuoco, nasone, seccagno…

Ma quante di queste varietà si possono trovare nei mercati o nella grande distribuzione? Solo una piccolissima parte: le esigenze di ottimizzare i raccolti e di ottenere grandi quantità di prodotto – pensiamo alle enormi distese delle monocolture – stanno portando a una drastica riduzione delle specie. Si abbandonando le meno produttive, anche se antiche o dal sapore unico, a favore di quelle più resistenti a intemperie, parassiti e malattie, che permettono una maggiore resa. Il tutto si traduce con un danno enorme: la perdita della biodiversità.

Varietà e sapori che scompaiono. La perdita della biodiversità riguarda non solo l’Italia, ma il mondo intero; la FAO calcola che il 75% delle varietà della Terra sia già scomparso, mentre un altro terzo è destinato a scomparire entro il 2050. Questo comporta l’alterazione di molti ecosistemi, oltre che la perdita della possibilità di assaggiare prodotti unici e straordinari, legati a territori e tecniche produttive immutate da secoli.

Cosa possiamo fare? Per arrestare questo processo ci vuole l’impegno di tutti: istituzioni, con norme di tutela, e privati. Numerose sono le “Banche” che conservano, come un vero tesoro, i semi di moltissime varietà di frutta e verdura. Su una piccola isola della Norvegia, in una grotta, è stato creato il deposito di semi alimentari più grande del mondo: lì moltissime specie vengono conservate e preservate dall’estinzione.

Un’iniziativa fondamentale per il futuro dei semi è poi la “Campagna globale sulla Libertà dei Semi” promossa da Navdanya International, un’associazione con sede a Firenze presieduta da Vandana Shiva, scrittrice e scienziata nota in tutto il mondo per il suo impegno per l’ambiente, l’agricoltura sostenibile e i diritti dei piccoli agricoltori.

Ma la tutela della biodiversità passa anche da iniziative più limitate: ad esempio, quella degli “agricoltori custodi”, che coltivano e allevano specie in via di estinzione del proprio territorio per permetterne la sopravvivenza. Dei veri eroi “alla ricerca dei sapori perduti”!

 

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